Licenziamento e pubblico impiego: le novità

Arrivano le prime ripercussioni per la nuova linea dura assunta sull’assenteismo, con una diminuzione del 10,6% in un anno dei giorni di malattia e la riduzione dei certificati medici in particolare per il calo delle assenze brevi di un giorno. E intanto si riduce pure di 4 punti percentuali la percentuale di lavoratori che hanno almeno un giorno di malattia sul totale.

Sono stati già 40 i licenziamenti disciplinari avviati ai sensi della nuova norma entrata in vigore con la riforma Madia, considerando che nel 2017 nell’insieme nella PA sono stati licenziate 324 persone, il 62,8% in più rispetto 5 anni prima, di cui circa la metà per assenze. E pur rivolgendosi ad avvocati in gamba  i dipendenti fannulloni hanno le ore contate.

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Pubblico impiego e licenziamento: i primi risvolti

Le prime influenze della riforma Madia sulla Pubblica Amministrazione stanno avendo degli impatti positivi sul comportamento dei dipendenti, anche se per risultare visibili tali effetti hanno ancora bisogno di tempo per diventare visibili

Attualmente la PA italiana può vantare una riduzione del 70% di dipendenti rispetto alla Germania, il 65% rispetto all’Inghilterra e il 60% della Francia. Sono sempre meno i volti nuovi, con appena 64 mila “nuovi dipendenti pubblici”, mentre sono in aumento i precari, che hanno totalizzato una quota di 314mila, 25.000 in più rispetto al 2015, su cui ancora non si ripercuotono gli effetti delle attuali politiche di stabilizzazione. Un personale vecchio di età media di 50,34 anni che aumenta di 6 mesi ogni anno oltre 450.000 over 60 -, per il 62% costituito da diplomati, che fa sempre meno formazione

Per quel che riguarda lo stipendio, quello medio è di 34.500 euro, quaei lo stesso dal 2009, con molte differenze tra i comparti, dai 138 mila euro della magistratura ai 28,4 mila del personale della scuola. Ma la spesa per la collettività è sempre più bassa: ammonta a 160 miliardi di euro il costo per tutto il personale della PA, 10 miliardi in meno rispetto al 2009, un risparmio che mettere l’Italia in linea con i più importanti Paesi europei. E ogni cittadino italiano spende per il lavoro dei dipendenti pubblici 2.632 euro l’anno.

Licenziamento e pubblico impiego: l’indagine della PA

I dati appena indicati sono i risultati ottenuti dall’indagine sul lavoro pubblico presentata di recente da FPA al convegno di apertura di FORUM PA 2018, che è cominciato con la lectio magistralis di Stephen Goldsmith.

Il Direttore del Programma di innovazione delle Amministrazioni presso la Harvard University Kennedy School of Government ha parlato in pubblico circa la sua visione di “governo con la rete”, per una PA che deve essere aperta alla collaborazione con soggetti pubblici, privati e non-profit. Carlo Mochi Sismondi Presidente di FPA ha commentato dicendo che “La PA italiana si trova oggi sull’orlo del cambiamento possibile l’ultima stagione di riforma ha posto le basi per ridefinire i tratti e il profilo della PA, ma al momento, almeno stando alle ultime rilevazioni disponibili, non si sono modificati i dati strutturali relativi al pubblico impiego”.

Il numero dei dipendenti e la spesa per redditi di lavoro si devono ridurre, anche se con una maggiore lentezza rispetto al passato, sono stazionarie le condizioni di invecchiamento, i divari retributivi le condizioni di precariato di migliaia di persone che attualmente occupano un posto pubblico.